Da bambina collezionavo depliant di viaggi, poi a vent’anni sono partita a scoprire il mondo. Il lavoro da ricercatrice sociale mi ha portata a vivere e viaggiare in molti paesi soprattutto fra Europa e Africa.
Spettatrice mio malgrado dei danni del turismo mal gestito, ho anche riconosciuto il potenziale trasformativo quando invece il turismo diventa consapevole e responsabile. Mi sono occupata per anni di diritti umani e giustizia riproduttiva fino a quando ho deciso di formarmi per diventare una travel designer e ho preso una specializzazione in turismo sostenibile, unendo le mie competenze sociali e il mio amore per i viaggi.
Ciò che mi rende unica è proprio il mio background nel sociale, che ho deciso di portare nel mondo del turismo.
Mi faccio sempre domande, consapevole che le questioni sono complesse e non si riducono a bianco e nero. Non mi piacciono le liste a cui mettere un tick, non mi piacciono le semplificazioni su chi è un turista e chi è un viaggiatore. Si può fare un turismo fatto bene e si può viaggiare in modo non etico. Abbraccio la complessità di ogni situazione e sono convinta che un passo alla volta si possa migliorare il mondo.
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